Vivere è apprendere, apprendere è vivere. Tutti, insegnanti e bambini, apparteniamo al “grande cerchio della vita”. Siamo parte di quel cerchio, “facciamo” quel cerchio. Questa, forse è la prima “lezione”, la più importante. I bambini lo sanno. Anche gli adulti lo sanno ma lo hanno, spesso, dimenticato. Nel profondo del loro cuore è scolpita questa verità. È “maestro” colui che ha imparato – grazie alle lezioni della vita – a ri-pescare dentro di sé questa consapevolezza. La vita che si risveglia a se stessa.
Questo ritorno del bambino dimenticato, del suo sguardo pieno di stupore e meraviglia, nel cuore di un adulto assonnato, rende quest’ultimo un maestro. Il maestro è un adulto con un cuore di bambino.
La scuola dovrà allora permettere/accompagnare il completo dispiegarsi della vita. Dovrà impedire che il bambino dimentichi di essere un maestro. In un bambino, il tragitto dalla mente al cuore è più breve che in un adulto. Crescendo quella distanza aumenta fino a diventare, in alcuni casi, incolmabile. Si costruiscono muri o si crea un labirinto di strade tra la mente e il cuore.
La scuola nuova sarà un ponte, leggero ma forte, che terra aperta la strada tra la mente e il cuore.